18/10/29021 - Perché invecchiamo?

Il destino dell’uomo

Siamo abituati a pensare alla vita come a una strada che procede verso un epilogo inevitabile, dove malattie, dolore e ansie fanno parte di un inevitabile destino dell’uomo.
Le tormentate vicende delle ultime migliaia di anni, e il nostro brevissimo periodo storico, hanno indotto a confermare questa concezione: d’altra parte nessuno osa pensare di essere immortale.
Per chi possiede la fede, l’immortalità è quella dell’anima, come resurrezione dopo la  morte per entrare in un non ben definito mondo spirituale pieno di estasi e godimenti.

«Contrariamente agli Occidentali, gli antichi indù, cinquemila anni fa, seguivano pratiche e scienze che senza remore o pregiudizi parlavano di eternità terrena. Tutto questo suona a noi come delirio.  Invece, a mio avviso, è delirante il non vedere o sentire l’angusta dimensione nella quale siamo immersi  che ci preclude, assieme ai dogmi  vigenti, la libertà di pensiero che è privilegio dell’Uomo.»

Invecchiamento e morte sono due concetti distinti, che non hanno nulla di misterioso, ma fanno parte di un preciso programma ormonale. Tale programma è chiaramente identificabile, osservando la massima durata della vita nei mammiferi omeotermi (a sangue caldo) a cui l’Uomo appartiene.
Mentre non lo è per i poichilotermi, vale a dire gli animali a sangue freddo (pesci, rettili, anfibi), per i quali si hanno solo informazioni approssimative su quanto a lungo vivano o perché muoiano.

Cicli planetari, cicli ormonali

I segnali che ritmano la nostra vita dalla nascita alla morte sono quelli di luce e temperatura, scanditi dai ritmi circadiani, dettati dall’alternarsi del giorno e della notte, e dal susseguirsi ciclico delle stagioni.

Tutto ruota attorno a queste condizioni primarie che regolano ogni istante del nostro ciclo vitale: nascita, crescita, fertilità, declino e morte.
Tali segnali scandiscono i programmi ormonali che si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione del mammifero Uomo. A loro volta, i cicli ormonali che guidano e condizionano la nostra vita e che sono sotto il controllo inflessibile della ghiandola Pineale, seguono la ritmicità planetaria.

Cosa è l’invecchiamento

Siamo totalmente guidati e condizionati dalla regolazione ormonale che viene pilotata dalla ritmicità planetaria che è sotto controllo della ghiandola Pineale.
Ognuno è in grado, vivendo immerso nell’ambiente terrestre, di rendersi conto che il condizionamento ambientale (aria, luce, temperatura, eccetera) e il nostro costante adeguamento a esso sono fondamentali per respirare e vivere.
Si trova traccia degli effetti di tale relazione sincronica con l’ambiente, come dicevamo, anche nella ciclicità ormonale, regolata dalle strutture del sistema neuro-endocrino che appartengono al circuito cerebrale pineale-ipotalamo-ipofisi, e che ha il compito di integrare e sincronizzare i cicli notte e giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni.
Ma è una relazione che tende a deteriorarsi nel corso del tempo.
L’invecchiamento non è altro che questo: la rottura di un accordo sincronico con i ritmi rotazionali planetari.

Una storia diversa

Melatonina, zinco e ormoni ci raccontano invece un’altra storia.
Gli ormoni, e ogni altra cellula del corpo, seguono tale ciclicità, da cui dipende il nostro stato di salute.
Ciò che è emerso dai nostri studi, che abbiamo dimostrato con inconfutabili esperimenti scientifici è che l’invecchiamento dell’uomo è legato a un programma genetico, la cui espressione è regolata dalla periodicità  circadiana del sistema ormonale che fa capo alla pineale.
L’invecchiamento è caratterizzato da un declino progressivo o rapido (in caso di malattie) di tale ciclicità, sulla base di un programma iscritto geneticamente nel complesso pinealico.

Ripensare al concetto di invecchiamento e morte

A fronte dei risultati emersi nel corso delle ricerche, è parso chiaro che, se avessimo potuto allontanare, ed evitare il deterioramento della ciclicità ormonale programmata, avremmo potuto allontanare ed evitare, allo stesso modo, tutte le problematiche legate all’invecchiamento.
E la morte?
Abbiamo avuto dimostrazione che, pur essendo legata all’invecchiamento, rientra in un altro programma: questo è quanto risulta da esperimenti di trapianto di pineale e di pinealectomie, da noi condotti e pubblicati sul Journal of Anti-Aging Medicine negli Stati Uniti e riportati nel Volume degli Atti della Quarta Conferenza di Stromboli sul Cancro e l’Invecchiamento, 2005, che obbligano a un significativo cambio di prospettiva.
Infatti si può giungere, anche in buona salute, a centoventi o centotrenta anni. Ma non si può andare oltre. Perché? Perché esiste un orologio della morte che scandisce la fine programmata della vita, ma in maniera indipendente dall’invecchiamento.
L’interpretazione del messaggio morte è un altro traguardo di noi mortali e anche in questo non c’è nulla di misterioso o blasfemo, infatti pare essere parte di un programma neuroendocrino legato al mantenimento della temperatura corporea. Riteniamo, sulla base delle risposte empiriche sopravvenute nel corso degli esperimenti con i roditori, che il messaggio morte sia molto potente, e che sia in grado di annullare ogni altro intervento.

Melatonina, zinco, ormoni,e altre evidenze

Le sperimentazioni e gli studi clinici, su cui continuiamo da molti anni ad applicare la nostra esperienza, hanno dato molteplici prove sulla fondatezza della nostra logica evolutiva e biologica.
L’appiattimento e la scomparsa del picco notturno di melatonina (la relazione più diretta tra melatonina e invecchiamento) e la costante diminuzione dei livelli dello zinco nel sangue nel corso della senescenza, sono i segnali inequivocabili di un decadimento del controllo ormonale delle nostre funzioni essenziali, come il sonno, la forza fisica, l’adattamento alla temperatura, il vigore sessuale, la resistenza alle infezioni e così via.
Sono funzioni che ricadono sotto il controllo ormonale. Ma ciò che regola i cicli e i ritmi ormonali (del giorno e della notte) sono gli impulsi della Pineale che recepiscono e inviano i messaggi alle ghiandole endocrine.
Lo zinco, tra gli elementi minerali più diffusi sulla crosta terrestre dopo il ferro, ha acquisito un incredibile numero di funzioni biologiche che si legano alla funzione direttiva della ghiandola pineale.

La combinazione zinco melatonina…

Possiamo puntare su tali segnali, per monitorare il corso dell’invecchiamento e per correggerlo in tempo. Si potrebbe obiettare: “ma perché  lo zinco?”
La combinazione melatonina-zinco è la base biologica della risincronizzazione del sistema ormonale. Tale binomio dà inizio ad una serie di eventi a catena, in grado di riportare l’equilibrio ormonale perduto a un livello di stabilità.
Le nostre osservazioni hanno messo in luce l’esistenza di una chiave biologica fondamentale, che ci permette di frenare l’invecchiamento.

…che mantiene giovane la Ghiandola Pineale

Il mantenimento della integrità della ghiandola Pineale con melatonina e zinco permette alla prima di esercitare, in modo ottimale, la sua funzione con un meccanismo che fa capo alla sua struttura elettronica. Le due molecole, associate, hanno dimostrato di agire verso un rapido recupero di tutte le funzioni della ghiandola Pineale, e in maniera parallela, al ripristino di un completo equilibrio psico-somatico.

Conclusioni

L’invecchiamento è un processo che siamo in grado di rallentare, e che può risultare addirittura reversibile, grazie alla melatonina purissima associata allo zinco che aiuta a supportare le funzioni immunitarie e a mantenere giovane la funzione della Pineale, contribuendo a ricostituire tutti i ritmi ormonali e a mantenere e prolungare uno stato di salute, allontanando l’insorgenza delle malattie tipiche dell’invecchiamento, che ne accelerano l’avanzamento.

Mettendo dunque in pratica la massima “Morire giovani, più tardi possibile”, auspicata dall’antropologo e saggista Ashley Montagu, autore del famoso libro The natural superiority of women (New York, 1953 McMilian), tradotto in Italia nel 1956 con il titolo La naturale superiorità della donna (1956).

«Solo rallentando e bloccando l’invecchiamento potremo arrivare presto a capire cosa sia la morte, e a sfidare quindi  la Grande Nemica. È una libera scelta dell’Uomo che pensa prendere la strada della Fede o quella della Conoscenza che, come diceva Paracelso “è indissolubilmente legata all’Amore”, inteso come forza  positiva di ogni azione umana.»

 

 


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